venerdì 29 luglio 2011

in ordine sparso, luglio 2011

sono arrivate due mail nella nostra casella di posta elettronica.
una riguarda la tragica storia di Marcello Lonzi.
l'altra viene dai ragazzi del volturno occupato di roma, dove abbiamo portato lo spettacolo "ballata per una morte bianca".
ve le riportiamo di seguito. e vi invitiamo nel primo caso a firmare la petizione, nel secondo -se vi capita di passare da roma- di andare al volturno occupato e partecipare all'iniziativa organizzata dagli occupanti.
infine, è online il sito del teatro valle occupato, dove siamo stati a portare solidarietà e un po' di manforte agli occupanti nei primi giorni dell'avventura.


su Marcello Lonzi

Otto costole rotte, due buchi in testa per un infarto
"Sono Maria Ciuffi, la mamma di Marcello Lonzi, morto l’11 luglio 2003 nel carcere Le Sughere a Livorno. Fu arrestato per tentato furto, nove mesi di reclusione, dopo quattro mesi mio figlio muore. Nessuno mi avverte, non vengo avvertita né dai Carabinieri né dalla Polizia, ma soltanto da una zia il giorno 12 alle 13: 20, quando mi vengono a avvertire a casa, dicendo che mio figlio è morto. Io ho detto “ E' impossibile, sarà un errore!”,corro al carcere e dopo un’ora e mezzo - ricordo benissimo - sotto il sole mi vengono a dire che mio figlio non c’era, ma che gli stavano già facendo l’autopsia. Naturalmente non ero in me con la testa, ero in confusione e non ho mai pensato, in quel momento, di mettere un perito di parte. A settembre rientra il Pubblico Ministero che aveva svolto le indagini e mi dicono che è morto d’infarto, però quando l’ho visto il giorno 13 nella bara quello che non mi è.. quelli che mi sono apparsi subito all’occhio sono stati i tre segni che lui aveva sul volto e i tre segni erano molto profondi. Poi degli amici gli hanno voluto mettere una bandana, una fascia alla fronte e lì ci siamo accorti che lui aveva un buco, perché il dito è penetrato dentro. Aspetto settembre /ottobre, se mi danno un po’ di risposte, il magistrato è il dott. Roberto Pennisi e lui continua a dirmi che è morto d’infarto o è morto da stress, come c’era scritto sulla perizia. Nel 2004 viene archiviato tutto con morte per cause naturali: ora io, in possesso della perizia, dove leggo che ci sono due costole rotte, una mandibola fratturata (sinistra), lo sterno fratturato, un’escoriazione a V, insomma, morte per arresto cardiaco, per infarto, mi sembra strano. Comunque viene archiviato il 10 dicembre, allora avevo l’avvocato Vittorio Trupiano di Napoli, a quel punto mi dice “Guarda, Maria, non c’è da fare niente, l’unica cosa che si può fare per fare riaprire il caso è che, se tu vuoi, però rischi, devi denunciare un magistrato o a Bologna, o a Firenze, o a Genova”. Niente, vado a Genova, presento denuncia al magistrato Pennisi, dopo quattro mesi circa vengo chiamata a Genova e il dott. Fenizia di Genova archivia la denuncia al magistrato Pennisi, ma fa riaprire il caso alla Procura di Livorno, dicendo che, basandosi sulle foto, che facciano ulteriori indagini, perché c’è qualcosa che non torna.
Nel 2006 viene riesumata la salma di mio figlio e si scopre che le costole non sono più due, ma bensì otto e che non c’è solo un buco in testa, ma ce ne sono due, di cui uno profondo fino all’osso e addirittura ci trovano attaccata la vernice blu scura della cella. Si trova anche il polso sinistro fratturato, di cui il primo medico legale Alessandro Bassi Luciani non aveva parlato. A questo punto, parlando con l’avvocato, dice “Qui c’è qualcosa che non torna, queste sono botte”, perché dalle foto si capisce che sono botte, però quello che ho notato è che hanno riarchiviato adesso, nel 2010 a insaputa nostra.Io ero stata convocata per il 25 maggio e invece il 19 vengo chiamata addirittura dai giornalisti di Livorno, che mi dicono: “Signora Ciuffi, il Procuratore capo Francesco De Leo ha chiesto l’archiviazione” Io dico: “ E' impossibile, perché sono stata convocata per il giorno 25 dal dott. Giaconi, quello che sta svolgendo le indagini”, invece purtroppo era così.

ORA IL PROCURATORE CAPO FRANCESCO DE LEO DI LIVORNO VUOLE ARCHIAVIARE PER MORTE NATURALE !!!!! FIRMATE !!!!! NON PERMETTIAMO ALTRA INGIUSTIZIA E DOLORE!!!!

questo è il link dove poter firmare la petizione online

http://www.petizionionline.it/petizione/firmate-petizione-onlinegiustizia-per-marcello-lonzi-no-al-archiviazione/4597



dal volturno occupato

Nella notte tra martedi 12 e mercoledì 13, ignoti si sono introdotti all’interno dell’ex cine teatro Volturno, occupato dal 2008, rompendo il vetro di una finestra e forzando il portone laterale. Oltre a compiere il furto di attrezzature tecniche per il valore di migliaia di euro, questi sconosciuti hanno dato vita ad un diffuso devastamento degli ambienti: in sala principale, quella che ospita gli spettacoli e gran parte delle iniziative, è stata distrutta la console di regia e sono state divelte le installazioni e gli arredi, frutto del lavoro del workshop di autocostruzione e riqualificazione tenutosi a giugno in collaborazione con gli studenti di architettura; nelle stanze al piano superiore, è stato provocato l’allagamento dei locali e il conseguente danneggiamento del laboratorio autogestito di sartoria, dei materiali e dei costumi di scena contenuti nella costumeria.

A chi vive il volturno rimane così solo la constatazione del danno, un danno gratuito e incivile, pesante per una realtà che vive unicamente grazie alle sue forze e all’autorganizzazione.
Percipiamo un’atmosfera di disagio e malessere sociale diffuso nel nostro territorio e in tutta la città, che porta spesso a non considerare l’importanza di un bene comune come il Volturno, il cui ruolo di centralità e d’incontro per la cittadinanza è più che mai riconoscibile nelle pratiche di solidarietà, indipendenza, alternativa culturale.
I luoghi come questo che vivono ogni giorno di precarietà, al contrario devono essere tutelati e partecipati da tutta la città.

A fronte di un attacco così efficace e mirato, il laboratorio Volturneé, che risiede al Volturno e al cui interno genera da due anni attività per la diffusione di cultura indipendente e libera, reagisce con fermezza, rilanciando con passione e determinazione quanto finora fatto!

A tal proposito la Volturneé organizza per venerdì 29 luglio, al Volturno Occupato, una serata di autofinanziamento per ripagare i notevoli danni subiti, utilizzando il linguaggio che meglio conosce, quello delle arti.
Invitiamo ogni artista a partecipare con il proprio contributo, contattandoci al più presto all’email arteatrovolturno@inventati.org
L’ex cinema teatro Volturno rinasce e resiste!

giovedì 7 luglio 2011

sulla val di susa

riporto una lettera sui recenti fatti accaduti in val di susa.
non metto il nome dell'autore, visto che sono perfettamente d'accordo
consideratelo pure firmato da me.
stefano


Non ero in val di Susa domenica, ma non posso leggere le notizie dei media senza indignarmi.
Qualsiasi posizione uno abbia sulla questione TAV e sulla pratica di azione diretta, le balle sono balle e non le riesco ad accettare.

I "professionisti degli scontri" ci sono eccome, sono i celerini e i loro colleghi! La parola professionista significa che si è pagati per fare qualcosa e loro lo sono, e nonostante le belle dichiarazioni di attaccamento al dovere vorrei proprio vedere quanti di loro rimarrebbero a difendere le "grandi opere" se non ricevessero più il loro infame stipendio. Al contrario, i dimostranti sono lì ben sapendo di rischiare denunce, arresti e manganellate o peggio, sacrificando il loro tempo e le loro energie perchè credono in quello che dicono e fanno.

Il numero di feriti tra le forze dell'ordine viene enormemente amplificato dal fatto che questi figuri se solo si schiacciano un'unghia vanno dal loro medico compiacente e si fanno dare un mese di infortunio pagato, al contrario i manifestanti devono stare ben attenti a recarsi a un pronto soccorso perchè si rischia l'arresto.

Il "democratico dissenso" accettato da tutti gli organi politici istituzionali vuol dire semplicemente che è ammessa una sfilata di disaccordo, purchè questa non intacchi minimamente i piani già stabiliti dai grandi poteri economici e politici.

A dieci anni dal G8 di Genova, dove invece c'ero, mi trovo a ripetere: il "no alla violenza" invocato dai politici vuol dire "difendiamo il monopolio della violenza da parte dello stato e dei suoi servi", violenza esercitata ogni giorno e in ogni città.

Guardatevi questo video, è un ragazzo del TPO di Bologna.

http://www.youreporter.it/video_No_Tav_la_testimonianza-denuncia_Picchiato_da_agenti_1

Tutto il mio odio e disprezzo per i potenti e i loro servi
tutta la mia solidarietà ai dimostranti.



questo è il link dove potrete trovare 150 ragioni per dire no alla linea -tav-.

http://www.pro-natura.it/torino/pdf/150ragionitav.pdf

vale la pena spendere un po' del vostro tempo per leggere questo documento.
non si tratta ne' di un motivazioni ideologiche, ne' di interessi di una ristretta cerchia di montanari contro il progresso. ci sono dati, numeri e nomi.