martedì 27 novembre 2007

Un'altra storia portata a casa! L'anteprima di "Progetto Euridice"

Giovedì 29 novembre, alle ore 21,30, presso il Lazzaretto - via del Lazzaretto 17 - va in scena, per la prima volta, il monologo

"Progetto Euridice"

Dal racconto omonimo di Giorgio Celli
Una produzione di Giorgio Celli, per il Teatro delle Ceneri
Interpretato da Claudio Beghelli
Adattamento teatrale, ideazione scenica e regia di Stefano Seproni e Claudio Beghelli
Suoni e musiche di Matteo Cincopan
Scenografia elettronica di Daniele Travaglini

Si tratta, come il titolo stesso suggerisce, di una parabola che intreccia - rivisitandoli e reinventandoli in chiave post-moderna e tecnologica - il mito di Orfeo insieme a quello di Pigmalione, ponendoli nella cornice di una originale e disincantata riflessone riguardante i pericoli faustiani della conoscenza e le disastrose conseguenze dell'impiego dei risultati delle indagini scientifiche contemporanee per scopi criminosi, utili soltanto a gratificare la cinica e crudele brama di dominio sulle cose e le persone che condiziona l'agire dell'uomo in tutte le circostanze della vita. Riferendosi, metaforicamente e per analogia, a questi personaggi mitici, Celli costruisce un noir filosofico, ma anche fantascientifico, che ci ricorda come l'uomo d'Occidente abbia sempre tentato di controllare positivamente la natura,e sfidato l'ineluttabilità del destino e la fatalità della morte, elevandosi a controcreatore: proiettando i propri sogni, i propri desideri e le chimere dell'immaginazione nel mondo, "fantasticando, per dir così, nella materia" - sono parole dello stesso Celli. Insomma: "al 'penso dunque sono'", il nostro protagonista (e tutti noi con lui) ha aggiunto mediante la tecnica, "un 'lo penso dunque esiste'". "Ma attenzione!" - scrive ancora Celli. "Perchè spesso i nostri sogni sono degli incubi". Con la volontà di ridurre ciò che è reale a ciò che è razionale, con la folle, diabolica aspirazione a rifare la creazione a nostra immagine e somiglianza, abbiamo distrutto il pianeta e ipotecato il futuro.
Claudio